Un “dispositivo segreto”, in grado di percepire completamente l’ambiente e la vita dell’utente; discreto, capace di riposare comodamente in tasca o sulla scrivania, e destinato a diventare il terzo dispositivo principale che una persona terrà sulla scrivania, dopo MacBook Pro (pc) e iPhone (smartphone).
Sam Altman lo ha presentato ai dipendenti di OpenAI in un’anteprima dei dispositivi che sta sviluppando con Jony Ive, ex designer Apple. L’obiettivo è immettere sul mercato 100 milioni di “companions” AI (termine traducibile con “compagni” o “soci”) che possano integrarsi nella vita quotidiana degli utenti. Altman ha definito l’iniziativa “la più grande cosa che abbiamo mai fatto come azienda qui”.
Ive ha ricordato il suo stretto rapporto lavorativo con Steve Jobs, scomparso nel 2011, e ha sottolineato come la collaborazione con Altman sia stata “profonda” e molto significativa per lui.
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Le caratteristiche del “dispositivo segreto” di Altman e Ive
Il prodotto che Altman e Ive stanno sviluppando diventerà il terzo dispositivo principale che le persone terranno sulla scrivania, dopo MacBook Pro e iPhone.
Secondo quanto riferito, non si tratterà né di un telefono né di un paio di occhiali. Altman ha precisato che Ive era scettico riguardo all’idea di un dispositivo da indossare sul corpo. Ive ha parlato di una “nuova corrente di design” e Altman ha anticipato una “famiglia di dispositivi” che, come Apple, integrerà hardware e software in modo armonioso.
Altman ha sottolineato che mantenere il progetto in segreto sarà fondamentale per evitare che i concorrenti ne copino le caratteristiche prima del lancio.
Una produzione su scala senza precedenti
Il team di Ive sta già dialogando con fornitori in grado di produrre il dispositivo su larga scala. Altman ha detto: “Non spediremo letteralmente 100 milioni di dispositivi il primo giorno,” ma ha promesso che OpenAI sarà “più veloce di qualsiasi altra azienda nel spedire 100 milioni di qualcosa di nuovo”. L’obiettivo è lanciare il dispositivo entro la fine del prossimo anno.
Questi piani ambiziosi riflettono la visione di Altman di espandere OpenAI in molte aree, dai data center da centinaia di miliardi di dollari, alla tecnologia per imprese, chatbot, robot personali e oltre.
Altman e Ive, sfida ai giganti della tecnologia
L’ingresso nel mercato dei dispositivi hardware, soprattutto contro giganti come Apple e Google, è tradizionalmente uno degli ostacoli più difficili nel settore tecnologico.
OpenAI, inoltre, è attualmente in perdita, e prevede di non generare profitti fino al 2029, con perdite stimate fino a 44 miliardi di dollari. Nonostante ciò, molti investitori vedono Apple e Google come i principali canali attraverso cui miliardi di persone accederanno a strumenti AI.
Altman e Ive sono convinti che costruire un proprio dispositivo sia l’unico modo per OpenAI di interagire direttamente con i consumatori.
L’evoluzione della collaborazione
La collaborazione tra OpenAI e il team di Ive è iniziata diciotto mesi fa, con il vicepresidente prodotto di OpenAI, Peter Welinder che ha iniziato a lavorare con il team di Ive. L’interesse per un dispositivo specifico è nato nell’autunno scorso.
Inizialmente, la startup io avrebbe dovuto costruire e vendere da sola il dispositivo usando la tecnologia OpenAI, ma Altman ha capito che era necessario unire le due aziende per far sì che il dispositivo diventasse centrale nell’esperienza utente.
“Ci siamo entusiasmati all’idea che, se ti abboni a ChatGPT, ti spediamo nuovi computer da usare,” ha detto Altman.
Una nuova era per l’interazione con la tecnologia
Altman ha osservato che i dispositivi attuali non sono adatti a sfruttare appieno il potenziale dell’AI: “ChatGPT ha cambiato le aspettative delle persone sulla tecnologia, ma è ancora usato in un paradigma vecchio: tieni il portatile, apri un sito web, scrivi qualcosa e aspetti.”
“Non è il sogno di fantascienza di quello che l’AI potrebbe fare per abilitarti in tutti i modi in cui credo che i modelli siano capaci,” ha aggiunto.
OpenAI contro Apple: una sfida epocale?
L’ingresso di OpenAI nel mercato hardware è stato visto come un possibile segnale della fine dell’era degli smartphone dominati da Apple. Altman ha esplicitamente previsto la fine dell’“era legacy” dei dispositivi tradizionali, considerandoli inadatti a un futuro plasmato dall’intelligenza artificiale.
Apple stessa ha faticato a innovare nel campo dell’AI, senza riuscire a implementare funzionalità promesse che avrebbero dovuto rivoluzionare l’uso dell’iPhone.
Ive, da parte sua, ha espresso rimpianto per alcuni effetti negativi dell’iPhone, come la dipendenza da smartphone, e vede in questo nuovo progetto un modo per promuovere “dispositivi più consoni al benessere umano.”
Le criticità del progetto
Tuttavia, ci sono motivi per essere cauti. L’acquisizione di io per 6,4 miliardi di dollari non coinvolge direttamente Ive come dipendente: lui sarà un consulente esterno con la sua società di design LoveFrom. Solo tre dei fondatori di io, tutti ex Apple, entreranno nel team OpenAI, che conta 55 persone.
Dare vita a una divisione hardware in grado di competere con Apple è complicato, soprattutto senza la profonda cultura e gli investimenti in componenti e tecniche di produzione su cui Apple si basa da anni. La cultura di design costruita da Steve Jobs attorno all’iPhone non è facilmente replicabile in un laboratorio AI che si sta trasformando in un gigante consumer.
L’A, una tecnologia senza il “momento iPhone”
A differenza delle tecnologie passate, l’intelligenza artificiale potrebbe non avere un singolo “momento iPhone” con un dispositivo unico di successo. L’AI deve essere ubiqua e al contempo invisibile, presente in ogni dispositivo e in ogni esperienza digitale, ma sempre in background, anticipando e completando i compiti senza farsi notare.
Questo implica che non ci sarà un solo dispositivo capace di trasformare l’AI in un prodotto di massa, ma piuttosto un insieme di nuove categorie di mercato, da occhiali smart a dispositivi indossabili discreti, oltre a un valore aggiunto per gli apparecchi già più usati.
La grande opportunità per OpenAI sarà utilizzare la sua AI per dare vita a tutti questi dispositivi.